martedì 25 giugno 2013

Santa Lucia


Bufalo Bill, 1976
Ho cominciato ad ascoltare De Gregori grazie a Lucio Dalla. Sì, certo, Rimmel e Generale le conoscevo già da prima, ma voglio dire che ho cominciato ad ascoltare "a fondo" De Gregori solo dopo Banana Republic. Dalla lo sentivo già da un po' di anni: da piccolo avevo il 45 giri di 4/3/1943, consumato dal mangiadischi (che spesso i dischi se li mangiava davvero) e Piazza Grande era una delle mie hit preferite.

Io non lo sapevo, allora, ma la tournée di Banana Republic avrebbe poi segnato un'epoca. Senza dimenticare che in quell'occasione – proprio grazie a Lucio Dalla – De Gregori tornò a calcare i palchi dopo una sua prolungata assenza, provocata dal famoso processo subito al Palalido di Milano nel 1977 (quel Palalido che è stato abbattuto qualche mese fa, che tristezza...). Un sodalizio, quello tra i due grandi cantautori, che produrrà anche Cosa sarà, bellissima canzone cantata a due voci che troverà spazio in Lucio Dalla, album rivoluzionario uscito nello stesso 1979.

Che bella sorpresa, dunque, scoprire dopo molti anni – è una storia che non avevo mai sentito prima – che Dalla si "innamorò" della musica di De Gregori sentendo Santa Lucia, canzone che, a detta sua, avrebbe voluto scrivere lui. Perché non si può non volere bene a questa canzone, una vera poesia musicata, che arricchisce un album bellissimo (nella mia personale classifica degli album più belli di De Gregori lo inserisco nelle posizioni appena sotto il podio), particolare e per certi versi "difficile" come Bufalo Bill, pubblicato nel 1976, un anno dopo il grande successo raccolto con Rimmel.

De Gregori sceglie proprio Santa Lucia per chiudere l'intero disco, pur sapendo che la scelta di dedicare una canzone a un argomento religioso gli avrebbe procurato (come infatti avvenne) non poche critiche. Non bisogna dimenticare che si era negli Anni '70...

Devo essere sincero: la prima versione che ho ascoltato (con la mia cassetta che girava a ripetizione nel mangianastri Grundig) è stata quella di Banana Republic, che inizia con quel giro di piano e quegli inserti un po' psichedelici che per me hanno rappresentato, per alcuni anni, l'unica versione pensabile della canzone. Solo dopo avere comprato l'album con la cow girl dal petto generoso e dalla pistola fumante in copertina ho potuto dunque cogliere fino in fondo la grandiosità di una canzone in cui la voce di De Gregori viene esaltata al massimo. Bellissimo anche il pezzo finale, tutto musicale, con chitarra elettrica e organo, che conferisce ancor maggior sontuosità al pezzo.


Il tributo

De Gregori è tornato a eseguire questo pezzo dal vivo, da qualche anno. Negli ultimi concerti, quelli che sono venuti dopo la morte dell'amico Lucio, ha sempre chiuso la canzone fischiettando le note introduttive di Com'è profondo il mare. Così, senza aggiungere altro, come nel suo stile (che noi, suoi estimatori, amiamo tanto).


La frase

Quella che preferisco, è quella finale:
"Santa Lucia, il violino dei poveri
è una sbarca sfondata,
è un ragazzino al secondo piano
che canta, ride e stona,
perché vada lontano
fa che gli sia dolce

anche la pioggia nelle scarpe,
anche la solitudine».
Ma non mi dispiace neanche il richiamo alle "persone facili, che non hanno dubbi mai". Perché di dubbi noi ne abbiamo sempre tanti e un po' di invidia nei confronti di queste è impossibile non averla...


Registrazioni dal vivo

Santa Lucia è presente su questi dischi live di De Gregori:
  • Banana Republic (1979)
  • Work in Progress (2010)
  • Vola Vola Vola (2013)
  •  
     

     
    .